UID:
almafu_9961692325302883
Format:
1 online resource (288 pages)
Edition:
1st ed.
ISBN:
3-11-135904-2
Series Statement:
(Re)visionen Series ; v.1
Content:
Rifacendosi alle Sacre Scritture e alla tradizione antica (Platone, Filebo; Aristotele, Poetica, Retorica), il riso assume nel Medioevo una duplice accezione: condannato dalla tradizione monastica ed evangelica, è, da un lato, un segno diabolico, un demoniaco sghignazzare scomposto, l’interruzione del silenzio contemplativo; dall’altro, assume i tratti del sorriso angelico di Maria, di Beatrice e delle anime del Paradiso dantesco. Successivamente diviene oggetto di riflessioni teoriche e a partire dall’idea aristotelica dell’homo ridens, viene definito “privilegio dell’uomo”, unico “animale risibile” (Leopardi, Elogio degli Uccelli), o “sentimento del contrario” (Pirandello, L’Umorismo). Analogamente evolvono manifestazioni e accezioni del pianto: Dante piange ripetutamente nella Commedia; nelle agiografie medievali e rinascimentali i santi piangono liberando gli occhi dalla cecità spirituale; piangono gli eroi e i cavalieri delle epopee antiche (Iliade ed Odissea), medievali e rinascimentali (Pulci, Morgante; Boiardo, Orlando innamorato; Ariosto, Orlando furioso). Un’intera tradizione, incentrata sul pianto per la perdita di un figlio, si dipana dal Duecento (Jacopone da Todi, Donna de Paradiso) al Novecento (Giosuè Carducci, Pianto antico). Nel corso dei secoli le lacrime (femminili e maschili) assumono diverse accezioni (devozione, compassione, lutto ed eroismo); in tempi più recenti il pianto maschile diviene segno di perdita di virilità. Ricorrente è la compresenza di riso e pianto all’interno della medesima opera. Nel Decameron, il diletto può fornire sollievo e alleviare le angosce e le sofferenze della Firenze colpita dalla peste. Novelle incentrate sulla burla che stimolano il riso si susseguono a Novelle su amori infelici senza lieto fine. Nella lirica di Petrarca e nella tradizione petrarchista il riso e il pianto possono essere considerati come espressioni di strutture affettive antitetiche-paradossali nel contesto del mal d’amore.
Content:
This opening volume of the Storia letteraria delle emozioni (Literary History of Emotions) studies the evolution of how joy and sadness and the connotations associated with their more explicit, physical manifestations (laughter, tears, crying) have been depicted in Italian literature throughout the centuries, from Dante to Pasolini.
Note:
Frontmatter --
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Indice --
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Presentazione della collana (Re)visionen. Studien des Bonner Italienzentrums e cover concept (Miruna Cojanu) --
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Riso – pianto – lacrime: una storia letteraria delle emozioni --
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“Io dico pena, e dovria dir sollazzo”: il dolore produttivo del Purgatorio dantesco --
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Il pianto e le lacrime nella tradizione agiografica francescana (Tommaso da Celano, Vito da Cortona, San Bonaventura da Bagnoregio) e nella Commedia --
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Le metamorfosi del pianto. Le lacrime del soggetto lirico in Cavalcanti, Dante, Petrarca --
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Trasformazione della cultura del riso nel Decameron --
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Il comico come antidoto: il pianto e il riso di Florinetta nel Morgante --
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“Un fiume di lacrime” nell’Orlando Furioso --
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“Pianse la bella ninfa …” Emozioni nella Lira di Giovan Battista Marino --
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La gastronomia di Goldoni tra riso e pianto --
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Una riscoperta lacrimevole di Dante nell’Arcadia: Francesca di Arimino (1795) di Francesco Gianni (1750–1822) tra unione erotica e politica --
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Risate e lacrime ad Aci Trezza: emozioni e registri stilistici nei Malavoglia --
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Palazzeschi tra Controdolore e Antidolore --
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Il riso, il pianto e il sorriso: Una burla riuscita di Italo Svevo --
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La funzione del pianto nell’opera di Ungaretti --
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Note sul riso e il comico nell’opera di P.P. Pasolini --
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Appendice: Diario di un neonato
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Issued also in print.
Additional Edition:
ISBN 3-11-135892-5
Language:
Italian
DOI:
10.1515/9783111359045
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